Villa Maria Pia rinasce: il Consiglio Comunale di Alghero trova casa nella storica struttura
PRIMA PAGINA
Sul trasferimento temporaneo della sede del Consiglio Comunale a Villa Maria Pia è stato fatto un frastuono a mio avviso esagerato. Una sorta di operazione di marketing politico mista a sentimenti da campagna elettorale. Dichiarazioni sin da subito amplificate, sfociate in una comunicazione fuorviante nei confronti dei cittadini. È innegabile che Villa Maria Pia presentasse criticità di natura contrattuale fin dal momento in cui fu sottoscritto l’accordo tra la società Orn-Est – vera protagonista del suo recupero – e il Comune di Alghero, all’epoca guidato dal sindaco Marco Tedde. Problemi mai risolti, neanche durante il mandato di Mario Bruno, passando per la parentesi di Stefano Lubrano, fino ad arrivare a Mario Conoci, che ha imposto lo “sfratto” alla Orn-Est nell’ottobre del 2023. Su tutta la vicenda, ad oggi, pende un giudizio amministrativo.
Un luogo di democrazia restituito alla città
È con emozione e orgoglio che le istituzioni algheresi hanno celebrato la rinascita di Villa Maria Pia come nuova sede, seppur provvisoria, del Consiglio Comunale. Dopo cinque anni di spostamenti tra sedi temporanee e spesso inadeguate, la politica cittadina ritrova un luogo stabile, dignitoso e rappresentativo. Questo ritorno rafforza il legame tra istituzioni e cittadini, offrendo uno spazio di confronto e trasparenza. Da tener vivo e presente che la sala destinata al consiglio comunale è stata da sempre a disposizione del comune stesso come da contratto. Così come alcune stanze della foresteria per ospiti istituzionali e non del comune stesso. Sia la sala che le stanze non sono mai state usate dall'ente.
Un impegno mantenuto e una visione condivisa
Durante la cerimonia, il sindaco ha ricordato l'impegno preso in campagna elettorale: restituire al Consiglio una “casa” dopo anni di provvisorietà. La scelta di Villa Maria Pia, seppur temporanea, assume un valore simbolico e funzionale. Il sindaco ha ringraziato l’intera giunta e il presidente del Consiglio per il lavoro svolto, sottolineando come ogni gesto concreto sia una dichiarazione di rispetto verso la funzione pubblica e il cittadino.
Uno spazio per la città, oltre la politica
La villa, immersa nella cittadella sportiva di Maria Pia, non sarà solo sede istituzionale. Le sue sale saranno aperte anche ad attività culturali, sociali, educative e sportive. Un luogo condiviso, inclusivo, pensato per restituire alla città un bene pubblico vivo e dinamico.
Un luogo rigenerato con sobrietà e cura
La nuova sede del Consiglio Comunale è frutto di un intervento sobrio e attento. Sono stati evitati sprechi, e ogni intervento ha rispettato la natura e il valore storico dell’edificio. Il sindaco ha voluto ringraziare, in modo particolare, l’assessore Daga, per aver creduto con forza nel progetto.
Segni e simboli: la memoria nel nuovo corso
Nel nuovo salone è stato esposto un quadro dedicato all'onorevole Martino Lorettu, in attesa di essere collocato nella “sala rossa” deliberata in suo onore nella sede storica di via Columbano. Alle spalle del sindaco, un crocifisso donato dalla Diocesi di Alghero-Bosa, segno tangibile del legame tra la comunità e la speranza, tema guida dell’anno giubilare.
Le critiche dell’opposizione: “toni esagerati e memoria corta”
Non sono mancate reazioni critiche. Il gruppo consiliare di Forza Italia ha duramente contestato i toni celebrativi della cerimonia, definendoli eccessivi.
“Avremmo sinceramente apprezzato un po’ di sobrietà per la riapertura di Villa Maria Pia. Apprendiamo, invece, che il riuso della struttura come sede provvisoria del Consiglio Comunale ha goduto di festeggiamenti che, fatte le debite proporzioni, hanno ricordato quelli romani degli ultimi giorni.”
I forzisti ricordano che la vera riqualificazione della villa risale agli inizi degli anni Duemila, grazie a un finanziamento regionale ottenuto con la legge 37 del 1998 e all’affidamento alla cooperativa Orn-Est, che restaurò l’edificio e lo gestì fino a tempi recenti. La critica principale riguarda l’enfasi riservata a interventi definiti “superficiali”, come tinteggiatura e pulizia, celebrati — secondo loro — come se si trattasse di un evento epocale.
Vale però la pena ricordare, a margine, che proprio in quella fase iniziale — sotto la giunta Tedde — si consumò un vizio procedurale non trascurabile, quasi da principianti amministrativi: non fu mai onorata la parte contrattuale che prevedeva la realizzazione della sala museale e dell’orto botanico, previsti espressamente nell’accordo. Una mancanza mai sanata, che pesa ancora oggi nella valutazione complessiva della vicenda. Per cui, a volte, sarebbe meglio tacere.
Una parte del comunicato di Forza Italia — quella relativa alla spettacolarizzazione dell’evento — appare condivisibile anche da chi scrive. L’eccessiva enfasi attribuita a interventi ordinari rischia di oscurare la sostanza e polarizzare il dibattito.
Il gruppo ha anche rilanciato una proposta concreta: destinare Villa Maria Pia a un Centro Diurno per disabilità gravi, ipotesi già avviata in passato con l’ex assessora Caria. Secondo i consiglieri, la struttura possiede le caratteristiche ideali per rispondere a bisogni reali di tante famiglie algheresi.
Villa Maria Pia: dalle origini penali alla rinascita civica – Il racconto del professor Budruni
Il professor Budruni ha tracciato un suggestivo racconto delle origini di Villa Maria Pia. Tutto parte nel 1864, quando l’area di Cuguttu fu ceduta dal Comune al Ministero di Grazia e Giustizia per farne una colonia penale agricola. Bonificata da 60 detenuti scelti tra i 700 della casa penale di Alghero, la zona divenne un’azienda agricola in condizioni estreme, segnata da malaria e suicidi.
Nel 1934, in onore della nascita di Maria Pia di Savoia, la colonia fu ribattezzata con il suo nome. Quello stesso giorno furono offerti pasti a 400 indigenti e innalzato un tricolore su un monumento a forma di fascio littorio. Negli anni successivi, vi si insediarono dieci famiglie di coloni, e la zona fu riforestata con pini e ginepri fino a Fertilia.
Maria Pia di Savoia visse un’esistenza affascinante: esule con la famiglia reale, sposò nel 1954 il principe jugoslavo Alessandro Karađorđević e si trasferì a Parigi, dove fu modella per Vogue e giornalista per Novella 2000. Nel 2010 pubblicò la sua autobiografia “La mia vita, i miei ricordi”. Una donna moderna, che visse tra mondanità e riflessione, portando con sé l’eredità di Casa Savoia con sobrietà e riserbo.
Budruni ha anche ricordato che tra il 1980 e il 1992 Villa Maria Pia ospitò gli studi televisivi di Teleriviera del Corallo (TRC). Un’esperienza nata grazie a una concessione comunale e resa possibile da lavori di ristrutturazione dal valore di 60 milioni di lire.
Il contributo decisivo della cooperativa Orn-Est
Un capitolo fondamentale — spesso poco citato — è quello che riguarda la cooperativa Orn-Est, protagonista della riqualificazione di Villa Maria Pia tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000.
Nel 1995, Orn-Est aveva già realizzato un importante progetto nel centro storico di Alghero, acquisendo visibilità. Nel 1999, grazie a una legge regionale, si aprì un nuovo bando per progetti speciali. Pietro Meloni, referente della cooperativa, propose Villa Maria Pia come destinataria dell’intervento, sapendo che la legge consentiva di investire fino a 4 miliardi di lire, di cui 3 a fondo perduto.
Il Comune, inizialmente privo di progetti per l’area, accolse con favore la proposta. L’architetto Carlo Secchi aveva già effettuato dei sopralluoghi e la Regione approvò l’idea, stanziando i fondi con la delibera n. 489 del 1999. A condizione, però, che il Comune formalizzasse l’impegno.
La Regione impose alla cooperativa di rinunciare agli utili per tre anni e mezzo, in quanto Orn-Est aveva già beneficiato di fondi per precedenti progetti. Superate difficoltà come lo sgombero di otto famiglie, il progetto poté partire. I fondi furono resi disponibili nel settembre 2002 e il contratto fu firmato nel gennaio 2003.
Si trattò di una vera operazione di rigenerazione urbana nata da un modello virtuoso di collaborazione pubblico-privato. Un’esperienza che oggi consente ad Alghero di riappropriarsi di uno dei suoi luoghi simbolici più importanti.
Adesso, probabilmente, tornerà la quiete dopo la tempesta mediatica che ha accompagnato il trasferimento del Consiglio Comunale a Villa Maria Pia. Resta però in attesa di definizione il giudizio pendente presso il TAR, relativo al ricorso presentato dalla società Orn-Est contro lo sfratto imposto dal Comune nell’ottobre 2023. Un passaggio giuridico tutt’altro che secondario.
Un elemento rilevante da considerare è che, anche qualora il Comune dovesse avere ragione, per poter procedere a una gestione stabile della struttura sarà necessario avviare un bando pubblico. Solo attraverso questo strumento sarà possibile verificare se l’ex gestore – la stessa Orn-Est – disporrà dei requisiti per vedersi riconosciuto un eventuale diritto di prelazione o una forma di riconoscimento del lavoro svolto in passato.