Turismo in Sardegna: La DMO che Può Cambiare il Futuro

POLITICA E ISTITUZIONITURISMO

Fausto Farinelli

12/7/20243 min read

L'Assessore Franco Cuccureddu propone una rivoluzione per la gestione del turismo isolano, con ispirazione dal modello trentino. Riuscirà la Sardegna a superare le sue storiche inefficienze?

Un sistema turistico che guarda al futuro

L'ottava edizione del forum Call to Action è stata teatro di un confronto serrato sul futuro della promozione turistica in Sardegna. Al centro del dibattito, la proposta dell’Assessore Franco Cuccureddu di istituire una Destination Management Organization (DMO) per ottimizzare la governance e la promozione del turismo isolano, affrontando criticità come la frammentazione delle iniziative locali e la mancanza di un coordinamento strategico tra pubblico e privato. Questa iniziativa punta a rendere più efficaci le risorse disponibili e a superare ostacoli strutturali che hanno storicamente limitato il settore.
L'ottava edizione del forum Call to Action è stata teatro di un confronto serrato sul futuro della promozione turistica in Sardegna. Al centro del dibattito, la proposta dell’Assessore Franco Cuccureddu di istituire una Destination Management Organization (DMO) per ottimizzare la governance e la promozione del turismo isolano.

La Sardegna attualmente fatica a esprimere appieno il suo potenziale turistico, contribuendo per meno dell’8% al PIL regionale, contro una media nazionale del 12-13%. A confronto, regioni come la Toscana e il Trentino Alto Adige, con infrastrutture e strategie consolidate, vedono il turismo rappresentare rispettivamente il 15% e oltre il 17% del PIL. Questo gap evidenzia la necessità di un approccio strutturato per colmare il divario. “Abbiamo bisogno di strutture che coordinino pubblico e privato per definire una strategia unitaria,” ha dichiarato Cuccureddu, delineando una visione in tre livelli: una DMO centrale, sei DMO territoriali e DMO locali per affrontare le specifiche esigenze delle comunità.

Il modello trentino come ispirazione
Durante il forum, Giulia della Palma di Trentino Marketing ha illustrato il modello della sua regione, incentrato su una stretta collaborazione pubblico-privata. Con 12 DMO locali finanziate da una tassa di soggiorno integrata da risorse private, il Trentino rappresenta un esempio di successo. Tuttavia, ha sottolineato che il modello non è privo di difficoltà, come la necessità di un allineamento costante tra stakeholder.

“Il modello trentino è replicabile in Sardegna,” ha osservato Cuccureddu, “ma con adattamenti alle peculiarità isolane, come la dipendenza dai trasporti marittimi e aerei.”

Le sfide sul tavolo
Nonostante le promesse, il percorso non è privo di ostacoli. Stakeholder come Silvio Pippobello, amministratore delegato degli aeroporti di Olbia e Alghero, hanno evidenziato il rischio che un sistema troppo burocratico rallenti l’efficacia della DMO. Un esempio emblematico è il progetto Sardegna Promozione, che, nonostante le buone intenzioni iniziali, ha subito ritardi significativi a causa di lunghe procedure amministrative e decisioni frammentate tra enti locali e regionali. Agostino Cicalò di Confcommercio ha invece richiamato l’attenzione sulla difficoltà di coinvolgere le piccole imprese locali, spesso scettiche verso iniziative dall’alto.

Un altro nodo cruciale riguarda i finanziamenti. Sebbene la tassa di soggiorno sia una risorsa chiave, le disparità economiche tra le diverse aree dell’isola potrebbero aggravare le disuguaglianze, penalizzando le regioni meno sviluppate.

Azioni immediate e raccomandazioni
Per superare queste difficoltà, gli esperti riuniti al forum hanno proposto alcune azioni concrete, evidenziando come queste siano ispirate ai successi del modello trentino, pur tenendo conto delle differenze strutturali e delle sfide uniche della Sardegna:

  • Creare un comitato tecnico per definire obiettivi chiari e strategici.

  • Rafforzare l’Osservatorio Turistico, migliorando la raccolta e l’analisi dei dati su spese e comportamenti dei visitatori.

  • Avviare progetti pilota in aree strategiche per testare nuovi approcci.

  • Coinvolgere le comunità locali dimostrando benefici tangibili, come migliori servizi e aumento delle entrate.

Uno sguardo al futuro
“Questa è un’opportunità per unificare gli sforzi e competere a livello globale,” ha concluso Cuccureddu. Ad esempio, la Sardegna potrebbe concentrarsi sulla promozione di un turismo esperienziale di alta gamma, sfruttando le sue unicità culturali e naturali, come il patrimonio nuragico e le riserve marine, per attrarre segmenti di mercato internazionali ad alto valore aggiunto. Tuttavia, la Sardegna deve agire rapidamente per evitare ulteriori ritardi e consolidare un modello che garantisca impatti duraturi per il turismo e per l’economia regionale.

Riuscirà l’isola a trasformare le sue potenzialità in realtà? La risposta dipenderà dalla capacità di pubblico e privato di collaborare in un sistema finalmente armonico e competitivo.