Salario minimo negli appalti pubblici: Alghero si unisce ai Comuni pionieri della tutela del lavoro
Approvato un ordine del giorno che fissa a 9 euro l’ora il salario minimo per i lavoratori coinvolti negli appalti comunali. Un passo avanti che divide politica, imprese e sindacati, mentre altre città italiane seguono lo stesso percorso.
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Alghero, 20 novembre 2024 – Alghero dice sì al salario minimo negli appalti pubblici. Il Consiglio Comunale ha approvato un ordine del giorno che introduce la soglia di 9 euro l’ora per i lavoratori coinvolti nei contratti legati agli appalti del Comune e delle sue partecipate. La proposta, presentata dalla consigliera Giusy Piccone del Movimento 5 Stelle, ha trovato il sostegno della maggioranza, con tre astenuti e due voti contrari. L’iniziativa, salutata come un atto di giustizia sociale e di tutela per i lavoratori a basso reddito, ha però innescato un dibattito acceso, tra entusiasmi e critiche.
Il contenuto della misura
Il provvedimento stabilisce che nessun lavoratore impiegato negli appalti pubblici del Comune possa percepire meno di 9 euro l’ora. Un principio che si traduce in una serie di impegni per l’amministrazione comunale, tra cui:
- L’applicazione obbligatoria del contratto collettivo nazionale di lavoro più pertinente all’attività svolta.
- La redazione di report semestrali per monitorare l’applicazione delle condizioni contrattuali nei bandi di gara e nei contratti in essere.
- L’avvio di un dialogo strutturato con le organizzazioni sindacali per definire un Protocollo d’Intesa sugli appalti, introducendo la contrattazione preventiva come prassi operativa per i nuovi bandi.
“Questo provvedimento rappresenta un passo fondamentale verso la dignità lavorativa e il contrasto alla povertà – ha commentato la consigliera Giusy Piccone –. Oggi Alghero si allinea ai migliori esempi europei, dimostrando che anche le amministrazioni locali possono fare la differenza in assenza di politiche nazionali incisive. Garantire un salario minimo non è solo un atto di giustizia sociale, ma una scelta che può favorire la produttività e il benessere dei lavoratori.”
Critiche e polemiche: opposizione e imprese sul piede di guerra
Non tutti, però, condividono l’entusiasmo per l’iniziativa. Fratelli d’Italia, principale forza di opposizione in Consiglio Comunale, ha bocciato il provvedimento, definendolo “una mossa propagandistica” e “un atto simbolico senza ricadute pratiche”.
“Il tema del salario minimo è di competenza nazionale, e portarlo a livello locale è solo un modo per fare politica – ha dichiarato il direttivo locale di Fratelli d’Italia –. Questa misura rischia di danneggiare le piccole imprese, già in difficoltà, aggiungendo nuovi costi e complessità senza offrire soluzioni concrete.”
Anche alcune associazioni di categoria hanno espresso perplessità, temendo che l’introduzione di un salario minimo obbligatorio possa penalizzare il tessuto economico locale, specialmente le aziende più piccole che operano in settori già fragili.
Un fenomeno nazionale: i Comuni in prima linea
La scelta di Alghero si inserisce in un movimento più ampio che sta coinvolgendo diversi Comuni italiani, impegnati a introdurre il salario minimo nei propri contratti pubblici. In assenza di una legge nazionale – nonostante la proposta di Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Alleanza Verdi-Sinistra sia stata depositata in Parlamento e sostenuta da oltre 300 mila firme – sono le amministrazioni locali a prendere l’iniziativa.
Tra i primi a muoversi c’è stata Firenze, dove il 19 marzo 2024 la giunta guidata dal sindaco Dario Nardella ha approvato una delibera che fissa la soglia minima di 9 euro l’ora per tutti gli appalti comunali. “Si tratta di una decisione storica – ha commentato Nardella –. Nei nostri appalti non ci sarà più spazio per contratti che non rispettano il diritto a una retribuzione dignitosa.” Firenze prevede, inoltre, verifiche semestrali per garantire che vengano applicati i contratti collettivi nazionali firmati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative.
A seguire, anche Livorno ha adottato una misura simile a dicembre 2023, impegnandosi a garantire un salario minimo per tutti i lavoratori impiegati negli appalti pubblici. E in Campania, il Comune di Bacoli ha definito “epocale” la delibera che impone alle imprese concessionarie di rispettare il salario minimo, una misura considerata cruciale soprattutto in vista dell’alta stagionalità lavorativa estiva. Stessa linea anche a Pellezzano, in provincia di Salerno, dove il sindaco Francesco Morra ha introdotto l’obbligo del minimo salariale nei contratti comunali.
Il contesto europeo e l’inerzia nazionale
A livello europeo, il salario minimo è ormai una realtà consolidata. La direttiva UE invita gli Stati membri a garantire una soglia salariale adeguata per combattere la povertà lavorativa, ma in Italia il tema continua a scontrarsi con resistenze politiche. La recente sentenza della Cassazione (27711/2023) ha ribadito il diritto costituzionale a una retribuzione equa e dignitosa, ma il Governo Meloni ha respinto le proposte di legge avanzate dalle opposizioni, sostenendo che il salario minimo potrebbe danneggiare la competitività delle imprese.
Questa situazione ha spinto i Comuni a intervenire autonomamente, cercando di rispondere alle esigenze dei cittadini in un panorama di disuguaglianze crescenti. “Mentre il Governo tace, le amministrazioni locali si fanno carico di una questione cruciale per la giustizia sociale,” ha sottolineato Piccone.
Un laboratorio sociale in evoluzione
Alghero, con la sua decisione, si unisce a un gruppo di città che stanno sperimentando soluzioni concrete per garantire equità salariale. Tuttavia, il dibattito rimane aperto. Da un lato, le misure adottate dai Comuni sono viste come un segnale importante di civiltà e giustizia sociale. Dall’altro, resta da capire se queste iniziative saranno sostenibili per il tessuto economico locale e se riusciranno davvero a fare scuola a livello nazionale.
Per ora, il salario minimo è un tema che divide, ma che al tempo stesso sta trasformando le amministrazioni locali in laboratori di politiche innovative. I prossimi mesi saranno decisivi per capire se questa strada porterà a una svolta strutturale o se rimarrà un insieme di esperimenti isolati.