La Sardegna e il turismo: dagli albori agli anni d'oro, una memoria storica racconta il passato per ispirare il futuro

PRIMA PAGINATURISMO

Fausto Farinelli

12/5/20244 min read

Storia, sfide e futuro del turismo nell'isola

La Sardegna e il turismo: dagli albori agli anni d'oro, una memoria storica racconta il passato per ispirare il futuro

Franco Atzeri, decano del turismo sardo, racconta la storia del settore turistico nell'isola, dagli inglesi che scoprirono Alghero agli investimenti del principe Aga Khan e di Lord Forte. Una testimonianza che attraversa i decenni e offre spunti per ripensare il futuro del turismo in Sardegna. La puntata di "Politicamente" ha gettato luce su una storia di successi, difficoltà e su come il passato possa guidare le nuove generazioni verso un turismo più sostenibile e di qualità.

Una storia di crescita e trasformazione

La Sardegna, perla del Mediterraneo, non è sempre stata la destinazione esclusiva e desiderata che conosciamo oggi. Prima dell'avvento del turismo di lusso, l'isola era per molti un luogo remoto, difficile da raggiungere. Nel corso dell'ultima puntata di "Politicamente", Franco Atzeri, figura storica del turismo sardo, ha tracciato un affascinante percorso attraverso le tappe fondamentali che hanno trasformato la Sardegna in una meta ambita a livello internazionale. Durante la puntata era presente anche Sandro Usai, che ha arricchito il dialogo con Atzeri, condividendo la sua esperienza e il suo punto di vista sul turismo in Sardegna.

Gli inizi: Alghero e i primi turisti inglesi

Il viaggio storico di Atzeri ha avuto inizio con i primi turisti inglesi giunti ad Alghero negli anni '50, attratti dalla bellezza della Riviera del Corallo, dalle sue spiagge incontaminate, dalle acque cristalline e dall'atmosfera unica di una città storica che offriva un mix perfetto tra cultura locale e paesaggi naturali mozzafiato. Questo flusso iniziale è stato descritto come pionieristico: Alghero divenne la prima vera porta del turismo in Sardegna.

L'arrivo del lusso: il principe Aga Khan e la Costa Smeralda

Negli anni '60, la storia ha visto l'arrivo del principe Karim Aga Khan, che con la Costa Smeralda ha dato vita a un sogno capace di spostare il baricentro delle vacanze di lusso dal Sud della Francia alle coste sarde. Il principe Aga Khan ha non solo creato infrastrutture e attratto l'alta società internazionale, ma ha anche introdotto innovazioni fondamentali per risolvere il problema dei collegamenti, fondando la compagnia aerea Alisarda.

Questa iniziativa ha contribuito a creare una connessione stabile tra la Sardegna e importanti città italiane ed europee, facendo decollare l'interesse verso l'isola. Come ha spiegato Atzeri, il principe Aga Khan ha saputo attrarre l'attenzione di investitori internazionali e portare in Sardegna clienti d'élite che, fino a quel momento, trascorrevano le loro vacanze principalmente in Costa Azzurra.

Il contributo di Lord Charles Forte: Il Forte Village

Negli anni successivi, la trasformazione della Sardegna come meta turistica ha visto il contributo di altri protagonisti internazionali, come Lord Charles Forte. Alla fine degli anni '60, Lord Forte ha fondato il Forte Village, nella zona di Santa Margherita di Pula, inaugurando una nuova fase del turismo nel sud dell'isola. Lord Forte ha portato un approccio distintivo, puntando su un turismo d'élite e su un'offerta all-inclusive di alta qualità, con un'attenzione particolare ai servizi personalizzati e al benessere degli ospiti. Anche in questo caso, la visione di un turismo d'élite ha trovato terreno fertile, affiancata da investimenti e da una partnership strategica con la Cassa del Mezzogiorno, che ha finanziato parte delle opere infrastrutturali.

Nord vs Sud: Un turismo diverso ma complementare

Atzeri ha poi tracciato una differenziazione tra il nord e il sud della Sardegna. Mentre la Costa Smeralda si è sviluppata come destinazione di lusso con una clientela internazionale, nel sud dell'isola si è affermato il concetto di villaggio turistico, capace di ospitare migliaia di persone, come il Forte Village. La Gallura è diventata una zona di villeggiatura per l'élite internazionale, mentre il sud si è consolidato come una destinazione per il turismo organizzato e familiare, offrendo una varietà di opzioni per diversi tipi di clientela.

Le difficoltà e la necessità di una visione a lungo termine

Tuttavia, non sono mancati momenti difficili, come le crisi economiche globali, la mancanza di investimenti nelle infrastrutture turistiche e le difficoltà nei collegamenti con il resto d'Italia e d'Europa. Atzeri ha parlato della mancanza di una visione politica a lungo termine e della carenza di infrastrutture adeguate, elementi che hanno frenato il pieno sviluppo turistico di alcune aree, come Alghero. Ha sottolineato l'importanza di una cooperazione tra le autorità del turismo e quelle dei trasporti per garantire una continuità territoriale che permetta ai visitatori di raggiungere l'isola con facilità. Una delle sue raccomandazioni è stata quella di integrare meglio questi due settori, sulla scia di quanto già avviene in altre destinazioni internazionali di successo.

Rinnovare per competere: Alghero e la sfida del rinnovamento

Durante la puntata, è emersa anche la necessità di rinnovare le strutture turistiche, in particolar modo quelle di Alghero, che soffrono ancora di una ricettività ormai obsoleta, caratterizzata da stanze piccole e prive delle comodità moderne richieste dai turisti. Atzeri ha esortato la nuova generazione di imprenditori sardi a investire nella qualità, piuttosto che nella quantità, puntando su un turismo di nicchia, sostenibile e capace di valorizzare le risorse naturali e culturali dell'isola senza comprometterle.

Guardare al futuro con radici nel passato

Il racconto di Atzeri, supportato dagli interventi di Sandro Usai, è stato più di una semplice cronaca: è stato un invito a riflettere su come il passato possa essere una fonte di ispirazione per il futuro. La Sardegna ha bisogno di trovare un equilibrio tra lo sviluppo economico e la tutela del suo patrimonio unico. Questo potrebbe essere raggiunto, ad esempio, promuovendo un turismo sostenibile che rispetti l'ambiente, incentivando la ristrutturazione delle strutture ricettive esistenti piuttosto che nuove costruzioni, e sviluppando attività turistiche che valorizzino le tradizioni culturali e artigianali locali. Solo così sarà possibile continuare ad attrarre un turismo di qualità, capace di apprezzare la bellezza autentica dell'isola e di contribuire al benessere delle sue comunità locali.

“Per non calpestare il futuro, dobbiamo conoscere il passato”, ha concluso Atzeri. La storia del turismo in Sardegna è un esempio di come visioni ambiziose e investimenti strategici possano trasformare una terra in una delle destinazioni più esclusive al mondo. Ora, è il momento per la nuova generazione di cogliere il testimone e portare avanti questa straordinaria eredità.