la saga della lottizzazione Calabona, Abuso edilizio ad Alghero: una battaglia legale lunga quarant'anni.

Giancarlo Scognamillo denuncia un abuso edilizio sin dagli anni '80, ma il Comune respinge la richiesta di intervento. La vicenda si intreccia con complesse questioni amministrative e giuridiche.

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redazione

2/16/20252 min read

Un contenzioso senza fine

Un contenzioso edilizio che si protrae da oltre quarant’anni sta infiammando la città di Alghero, tornando recentemente alla ribalta in seguito alla richiesta di intervento dell’ufficio legale di Giancarlo Scognamillo e alla risposta ufficiale del Comune, che ha negato l'adozione di misure correttive. Protagonista della vicenda è, appunto, Giancarlo Scognamillo, cittadino e noto imprenditore Algherese che sin dal 1984 segnala un presunto abuso edilizio su un lotto di terreno in località Calabona. Nonostante le sue ripetute istanze e diverse sentenze che confermerebbero le irregolarità, il Comune ha recentemente deciso di non procedere con atti di autotutela, lasciando irrisolta la questione.

Le sentenze e le irregolarità contestate

Secondo quanto denunciato , il complesso edilizio edificato dal Mariani sarebbe stato realizzato in violazione delle distanze previste dal regolamento edilizio comunale, con conseguenze significative in ambito legale. Le sentenze del Tribunale Civile di Sassari, della Corte d’Appello di Cagliari e della Cassazione hanno confermato tali violazioni, riconoscendo la posizione difforme rispetto al progetto originario e aprendo la strada alla richiesta di eventuali misure correttive da parte dell’amministrazione.

Nonostante ciò, il Comune di Alghero, in una risposta ufficiale del settore Edilizia Privata, ha affermato che non vi sarebbero presupposti per contestare la violazione edilizia. Secondo l'amministrazione, infatti, il complesso edilizio risulterebbe conforme alle concessioni rilasciate negli anni ’80 e l’assenza di strumenti di progettazione avanzati all’epoca non consentirebbe un accertamento puntuale sulle presunte difformità.

Un aspetto che desta perplessità è l'argomentazione del Comune secondo cui, all'epoca, non vi erano strumenti adeguati per verificare misurazioni e distanze. Sorge quindi un interrogativo: le perizie effettuate dai tribunali per accertare l'abuso edilizio con quali strumenti sono state condotte?

Il rifiuto dell'autotutela e le contestazioni

Un punto centrale del rifiuto di procedere con l'autotutela è il trascorrere del tempo: il Comune sostiene che, dopo quarant’anni, non sussista più un interesse pubblico concreto e attuale alla rimozione dell’opera, specialmente considerando che gli attuali proprietari hanno acquistato gli immobili in buona fede, confidando nella legittimità delle autorizzazioni concesse all’epoca.

Il legale ha contestato questa decisione, sottolineando come il tempo non possa legittimare una situazione di abuso e che l’amministrazione abbia il dovere di verificare la fondatezza delle contestazioni prima di rilasciare o confermare un titolo edilizio. Tuttavia, il Comune sembra deciso a non intervenire, ritenendo il caso chiuso.

La questione dei terreni comunali e le reazioni politiche

La vicenda mette in evidenza le difficoltà di far valere il rispetto delle normative urbanistiche a distanza di decenni e solleva interrogativi sulla tutela dei diritti dei cittadini di fronte a presunti abusi edilizi: il passare del tempo può giustificare il condono di un abuso edilizio?

A tal proposito, Raffaele Cadinu, cittadino algherese, ha recentemente risposto in un post su Facebook all'Assessore al Demanio Enrico Daga, sollevando ulteriori questioni legate ai terreni comunali edificabili in località Calabona. Cadinu ha evidenziato come la bocciatura della lottizzazione abbia potenzialmente causato un danno erariale, chiedendo se l'Assessorato abbia esaminato il caso presso la Corte dei Conti.

La lottizzazione Calabona prevede anche 5.500 mq di proprietà del Comune che, oltre a vedere aumentato il proprio valore, potrebbe ospitare dai 60 agli 80 alloggi in edilizia convenzionata, rispondendo così all'esigenza sempre più pressante della mancanza di alloggi in città. Una situazione che continua ad inasprirsi, anche in vista della risposta dell'amministrazione all'interrogazione del consigliere di FDI Alessandro Cocco in occasione del consiglio comunale del 18 Febbraio.

Una vicenda ancora aperta

Questo caso sta suscitando preoccupazioni tra alcuni politici, che, secondo le nostre fonti, sarebbero entrati in fase di allarme. Una cosa è certa: se la giustizia è uguale per tutti, ora più che mai è il caso di dimostrarlo, anche se lo ha già fatto con le tre sentenze emesse, l'ultima della Cassazione nel 2016. Per Scognamillo e gli altri lottizzanti, la battaglia legale non sembra ancora conclusa: resta da vedere se il suo legale intraprenderà ulteriori azioni per ottenere giustizia.