La Fondazione Alghero e il coraggio di ritrovarsi

Serve una visione concreta, condivisa e credibile. I documenti strategici non bastano: è il momento dell’ascolto, della chiarezza e delle scelte vere.

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Fausto Farinelli

4/11/20253 min read

di Fausto Farinelli

Quando si parla di cultura, si dovrebbe parlare di visione, di futuro, di comunità. E invece, troppo spesso, ci si ritrova a parlare di documenti. Di equilibri. Di poltrone. È quello che sta succedendo, ancora una volta, con la Fondazione Alghero.

Ho letto con attenzione la relazione strategica presentata al Consiglio di Amministrazione. Un documento pieno di buoni propositi, di concetti importanti, di idee interessanti. Si parla di governance multilivello, di sostenibilità, di attrazione di nuovi residenti e persino di ispirarsi a modelli come Valencia e Lisbona. Tutto molto affascinante. Ma mi è venuto spontaneo chiedermi: siamo davvero pronti?

La Fondazione vuole diventare un soggetto di diritto privato a controllo pubblico. Vuole cambiare pelle. Ma cambiare pelle richiede consapevolezza, e soprattutto trasparenza. Chi decide cosa? Chi controlla chi? Chi rappresenta davvero il territorio? Perché la cultura, almeno per me, non è un meccanismo da laboratorio: è fatta di persone, di relazioni, di fiducia. E quando manca la fiducia, anche i progetti migliori rischiano di restare sulla carta.

Il documento ha il merito di riconoscere con onestà alcune criticità che non possiamo più permetterci di ignorare. La mancanza di una visione triennale, l’assenza di una struttura stabile, la fragilità finanziaria, una missione ancora troppo confusa. Questo è il punto: stiamo ancora cercando di capire cosa vogliamo essere da grandi. E intanto il tempo passa.

Tra gli obiettivi strategici si leggono parole che fanno sperare: rafforzare l’organico, valorizzare il patrimonio culturale, costruire un’identità forte per Alghero. Ma ci servono azioni, non solo parole. Perché ogni volta che parliamo di “nuova strategia”, c’è un’associazione che aspetta un contributo, un evento che deve essere organizzato, un giovane che vuole investire il suo talento qui, e non altrove.

C’è un passaggio che mi ha colpito: gli eventi sportivi diventano asset strategico per destagionalizzare il turismo. Bello. Ma lo sport, come la cultura, ha bisogno di radici. Di programmazione. Di gente che ci crede davvero. Non bastano le parole inglesi e i riferimenti ai trend internazionali: serve concretezza, capacità di coinvolgere le realtà locali e, soprattutto, ascolto. Lo dico con franchezza: se non riusciamo a coinvolgere la città, nessuna strategia funzionerà mai.

E poi c’è quella visione 2025–2028, che sogna una Alghero smart, verde, attrattiva per nomadi digitali e studenti internazionali. Io non sono contro i sogni. Anzi, ne abbiamo bisogno. Ma sogni e realtà devono camminare insieme. E la realtà, oggi, ci dice che serve prima di tutto chiarezza, metodo, coesione. Altrimenti continueremo a rincorrere modelli senza mai trovarne uno nostro.

E allora torno alla domanda iniziale: la Fondazione Alghero, oggi, ha davvero il coraggio di ritrovarsi? Di guardarsi allo specchio e capire dove vuole andare, con chi, e come? Ha la forza di staccarsi dalle logiche di parte e rimettere al centro le persone, le idee, i progetti?

Io credo che sia ancora possibile. Ma dobbiamo smetterla di pensare che basti cambiare un regolamento o scrivere un piano per cambiare davvero le cose. Serve coraggio, sì. Ma anche umiltà. E soprattutto, serve ascoltare chi Alghero la vive ogni giorno.

Chiudo questo editoriale informandovi che ho proposto, fin da subito, alla fondazione Alghero a guida Porcu la creazione e relativa gestione di una "web television" totalmente gratis, ovvero senza nessun onere per la partecipata del comune. In cambio ho chiesto solo la possibilità di avere in esclusiva la raccolta pubblicitaria. Una vera e propria televisione aperta al mondo con contenuti culturali, del territorio circostante e delle attività commerciali di Alghero. Sto ancora aspettando......

📌 Punti Chiave della Relazione Strategica della Fondazione Alghero

🧭 1. Obiettivo generale

  • Trasformare la Fondazione Alghero in una Destinazione Management Organization (DMO) moderna, efficiente e sostenibile.

🏗️ 2. Criticità rilevate

  • Mancanza di un piano strategico triennale

  • Assenza di un’organizzazione stabile e competenze tecniche interne

  • Ruolo troppo “gestionale” e poco “strategico”

  • Mancanza di analisi dati e business intelligence

  • Dipendenza economica da poche fonti (es. Grotta di Nettuno)

🎯 3. Obiettivi strategici

  • Definire una vision chiara per Alghero

  • Costruire un piano triennale per eventi e promozione culturale

  • Potenziare l’organico interno

  • Diversificare le fonti di finanziamento

  • Valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico

  • Migliorare la raccolta e l’analisi dei dati turistici

🏃 4. Eventi sportivi come leva strategica

  • Posizionare gli eventi sportivi come asset per la destagionalizzazione

  • Integrare sport, natura e promozione territoriale

  • Costruire una programmazione pluriennale, continua e di qualità

🧑‍🤝‍🧑 5. Nuovo modello di governance

  • Proposta di riorganizzare la Fondazione come ente di diritto privato a controllo pubblico

  • Maggiore flessibilità operativa

  • Integrazione di stakeholder locali e regionali nel processo decisionale

🌍 6. Visione per il 2025–2028

  • Trasformare Alghero in una destinazione smart, sostenibile e internazionale

  • Attrazione di studenti, lavoratori da remoto, nuovi residenti

  • Ispirarsi a modelli europei come Valencia, Lisbona, Lubiana

📈 7. Priorità a breve-medio termine

  • Stabilizzare la governance

  • Costruire fiducia e trasparenza

  • Avviare processi di co-progettazione con la comunità

  • Definire indicatori di performance per misurare i risultati

NOTA: il documento è stato scritto dalla società Tnatura events srl di Nuoro il cui amministratore è Sandro Salerno.