Gianni Cherchi: “I Campi Boe penalizzano gli algheresi, il mare deve restare di tutti”
POLITICA E ISTITUZIONI
Negli ultimi mesi, il dibattito sui Campi Boe ad Alghero ha acceso discussioni accese, coinvolgendo politica, economia e ora anche il tessuto sociale della città. Le recenti dichiarazioni del Consigliere Pais e del delegato sardo di Assormeggi, Raffaele Pensè, hanno evidenziato l’importanza del settore nautico per l’economia locale. Ma c’è un altro aspetto fondamentale che rischia di essere trascurato: l’impatto sulla comunità e sulla fruizione libera del mare.
Un cambiamento che tocca la vita quotidiana
L’installazione di oltre duecento boe, successivamente ridotte a centocinquanta, non è solo una questione estetica. La rada di Alghero e la Baia delle Ninfe, luoghi storicamente accessibili a tutti, rischiano di essere trasformati in zone privilegiate per pochi. Chiunque abbia vissuto questi luoghi sa quanto siano parte integrante della cultura e delle tradizioni locali, non solo come bellezza paesaggistica, ma anche come spazi di aggregazione e sport, come dimostrano le storiche competizioni di nuoto internazionale degli anni '90. Se l’accesso a queste aree viene limitato, cosa rimarrà alle famiglie e ai cittadini algheresi?
Un parco naturale per tutti, non per pochi
Alghero ha sempre valorizzato il proprio patrimonio naturale con regole di tutela che, fino ad oggi, hanno permesso una fruizione collettiva. L’idea di un parco naturale è nata per preservare la bellezza del territorio senza escludere nessuno. Ma se la gestione del mare diventa esclusiva e vincolata a chi può permettersi di ormeggiare in zone riservate, il rischio è quello di trasformare un bene comune in un privilegio a pagamento. È giusto che la natura diventi merce di scambio economico?
Il rischio di una città sempre più privatizzata
La questione dei Campi Boe si inserisce in una dinamica più ampia: la progressiva tendenza alla privatizzazione degli spazi pubblici. L’occupazione di suolo pubblico da parte di attività commerciali, come i tavolini nei punti strategici della città, è solo un esempio di come il diritto collettivo venga spesso sacrificato per logiche di profitto. Se questo modello continua, cosa resterà di pubblico e accessibile per le future generazioni?
Un appello per una battaglia comune
La richiesta di Gianni Cherchi, Presidente del Marine Club Alghero, è chiara: smettere di mercificare il territorio e pensare a soluzioni che rispettino il diritto di tutti. È tempo di superare lo scontro politico e di unirsi in una battaglia che non riguarda solo l’economia, ma il modo stesso in cui la città vuole crescere e preservare la propria identità.
Algheresi, quale futuro vogliamo per il nostro mare?