Fondazione Alghero tra critiche, difese e visioni opposte: quale futuro per l’ente culturale?

CRONACA E ATTUALITÀPOLITICA E ISTITUZIONI

Redazione

4/11/20253 min read

La Fondazione Alghero attraversa un periodo di forti tensioni. Al centro del dibattito cittadino ci sono il ruolo e l’operato del presidente Graziano Porcu, la trasparenza della gestione, la qualità delle decisioni e la direzione strategica intrapresa. Le critiche non mancano, ma neppure le difese, come dimostra il recente intervento del Movimento 5 Stelle, che ha espresso pieno e incondizionato sostegno all’attuale management. Il quadro che emerge è complesso, e impone una riflessione seria, senza tifoserie né automatismi ideologici.

Mi chiedo – e lo faccio da tempo – se il presidente Porcu agisca in piena autonomia o se invece venga condizionato da dinamiche politiche esterne. Ogni volta che ho avuto modo di confrontarmi con lui, gli ho chiesto se avesse una copertura politica solida. Ha sempre risposto di sì. Ma oggi ho il dovere di dubitare. Le voci che circolano parlano di pressioni da parte del Partito Democratico e di una gestione troppo esposta a equilibri interni alla maggioranza. Se così fosse, saremmo lontani dall’idea di una Fondazione realmente autonoma e orientata al bene comune.

Un altro punto delicato riguarda l’erogazione dei contributi alle associazioni del territorio. Con la precedente gestione Delogu, i criteri utilizzati erano centrati sulla figura del presidente, in un sistema che funzionava ma che non sempre offriva chiarezza dall’esterno. L’attuale gestione Porcu ha introdotto una maggiore linearità nelle assegnazioni, un elemento che va riconosciuto positivamente. Tuttavia, ciò avviene in assenza di un piano strategico pluriennale, che dovrebbe guidare la Fondazione con visione e coerenza. Senza una progettualità chiara a tre o cinque anni, anche la buona volontà rischia di restare episodica.

A preoccupare è anche il ruolo del Consiglio d’Amministrazione. Il CDA, invece di essere una squadra coesa e progettuale, appare spesso disunito e poco incisivo. Invece di contribuire alla costruzione di una strategia condivisa, molti componenti sembrano intenti a influenzare le scelte secondo logiche esterne alla Fondazione. Questa situazione mina la credibilità dell’organo e rende fragile la posizione dello stesso presidente.

Altro nodo centrale è l’utilizzo di consulenze esterne. Le recenti polemiche su documenti strategici non firmati e potenzialmente redatti da soggetti legati a futuri incarichi pongono interrogativi legittimi. Chi ha scritto questi testi? Sono stati pagati? E con quale atto? La Fondazione non può permettersi ambiguità: deve essere un esempio di trasparenza, competenza e legame con il territorio. Serve autorevolezza vera, non “manuali” redatti da chi non conosce il contesto culturale locale.

Nel mio ragionamento inserisco anche una proposta concreta: la retribuzione dei membri del CDA. So che può sembrare provocatoria, ma se si vuole un CDA competente, responsabile e presente, è giusto riconoscerne il ruolo anche economicamente. Solo così si può introdurre un vero principio di meritocrazia e valutazione. Oggi invece si rischia di avere ruoli chiave senza obblighi reali.

In questo clima, arriva il sostegno del Movimento 5 Stelle di Alghero, che difende apertamente Porcu e l’intero CDA. “L’impegno del presidente – scrivono Roberto Ferrara e Giusy Piccone – è totalmente gratuito e sta portando risultati concreti per la comunità, come dimostra l’acquisto dell’ambulanza per l’ERA-ODV, possibile grazie ai fondi della Fondazione”. Secondo i 5 Stelle, il rinnovamento in atto crea fisiologiche resistenze da parte di chi è legato al vecchio sistema. Il cambiamento, si legge nella nota, “non è mai un processo indolore, ma è necessario per costruire un futuro migliore”. Viene sottolineato anche il lavoro svolto dal CDA per riorganizzare la Fondazione secondo criteri di efficienza, trasparenza e risposta al territorio.

Si tratta, dunque, di una frattura netta tra visioni diverse: da una parte chi denuncia mancanza di strategia, confusione nei ruoli e pressioni politiche; dall’altra chi parla di un cambiamento necessario e coraggioso, che va sostenuto e protetto dalle critiche “strumentali”.

Ma al di là delle posizioni politiche, resta una domanda di fondo: qual è oggi il progetto culturale di Alghero? Dove sta andando la Fondazione? E soprattutto: come possiamo fare in modo che torni ad essere il motore credibile, autorevole e visionario che la città merita?

La risposta, forse, non sta nei comunicati né nelle polemiche. Ma nella capacità di ascoltare, pianificare e agire con responsabilità. Prima che la Fondazione diventi l’ennesimo campo di battaglia, invece che una casa per la cultura.

Prossimo editoriale: La Fondazione Alghero e il coraggio di ritrovarsi on line il giorno 11 Aprile 2025 ore 22:30