Fertilia, il Comune acquisisce il Cineteatro per un euro: una svolta dopo anni di stallo?

Dopo oltre 15 anni di ritardi, promesse non mantenute e fondi a rischio, l’amministrazione di Alghero annuncia un passo storico: il Comune acquisisce il Cineteatro di Fertilia per il prezzo simbolico di un euro e sblocca il finanziamento da 1,9 milioni di euro per la sua riqualificazione. Un traguardo che arriva dopo anni di battaglie del comitato di quartiere e di una storia controversa fatta di tentativi falliti, dubbi sulle procedure e tensioni politiche. Sarà davvero la volta buona?

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Fausto Farinelli

2/27/20254 min read

Un finanziamento mai sfruttato e l’ombra delle speculazioni

Il percorso per il recupero del Cineteatro e della Casa del Fascio di Fertilia inizia nel 2008, con l’approvazione della legge regionale 8/3 e la previsione di un finanziamento iniziale di oltre 2 milioni di euro. Il piano originale prevedeva che la vendita in permuta di un terreno dietro la Casa del Fascio avrebbe finanziato direttamente i lavori, ma da subito emergono criticità.

Il progetto viene bloccato perché la Regione non accetta l’idea di utilizzare un’area pubblica per favorire operazioni immobiliari i cui benefici sembravano più a vantaggio di costruttori privati che della comunità. “I valori indicati per la permuta erano stati definiti in modo arbitrario, e col tempo il piano perdeva sempre più la sua capacità di fornire un reale vantaggio alla cittadinanza”, spiega Luca Rondoni, esponente del comitato di quartiere. L’obiettivo dichiarato era il recupero del patrimonio storico, ma la sensazione era che la riqualificazione fosse diventata uno strumento per giustificare nuove cubature edilizie.

Questa impostazione, sostenuta dalle diverse amministrazioni comunali che si sono susseguite (da Tedde a Bruno, fino a Conoci), ha rallentato ogni possibilità di concretizzare il progetto. Perché per anni si è cercato di finanziare i lavori con una permuta immobiliare, invece di utilizzare direttamente i fondi regionali disponibili?

Il mistero del Laboratorio Fertilia e il piano urbanistico mai realizzato

Uno dei capitoli più controversi riguarda il Laboratorio Fertilia, un progetto finanziato nel 2010 con 80.000 euro dalla Regione per elaborare gli studi necessari alla riqualificazione. Tuttavia, quando il comitato di quartiere richiede un accesso agli atti per verificarne il lavoro svolto, emerge una verità sconcertante: quei soldi erano stati usati per portare avanti il Piano Urbanistico Comunale, che tra l’altro non è mai stato approvato.

Non solo i fondi non sono stati utilizzati per il loro scopo originario, ma il piano di marketing territoriale, ideato per rilanciare Fertilia, si è rivelato un ulteriore ostacolo. La sua ambiguità ha contribuito a far arenare il progetto, alimentando preoccupazioni sulla reale destinazione dei fondi e sul possibile coinvolgimento di interessi privati. Perché nessuna amministrazione ha mai chiarito fino in fondo l’uso di quei finanziamenti?

Il tentativo di sbloccare il progetto con la giunta Conoci

Nel 2019 la giunta Conoci prova a rimettere ordine, ma il metodo scelto si rivela ancora una volta inefficace. Viene presentata una nuova proposta che accorpa i tre comparti del progetto di riqualificazione in un’unica grande operazione. Questo approccio, però, si scontra con un problema insormontabile: non esistono coperture finanziarie per realizzare tutto contemporaneamente.

A quel punto, il comitato di quartiere decide di agire autonomamente. “Abbiamo preso in mano la situazione e siamo andati direttamente a Cagliari per presentare una nuova proposta all’assessore Aldo Salaris”, racconta Luca Rondoni. L’idea era quella di scongiurare la perdita dei fondi reindirizzandoli su un unico intervento: la riqualificazione del Cineteatro e delle sue pertinenze.

Inizialmente, il piano viene accolto con favore, ma l’ingresso sulla scena di alcuni esponenti politici legati alla vecchia amministrazione Tedde riaccende le polemiche. Si torna a parlare del piano di marketing territoriale e della possibilità di sfruttare il terreno in permuta, generando una nuova fase di stallo. Ancora una volta, la politica sembra ostacolare l’unico percorso che avrebbe potuto portare a una soluzione concreta. Perché la priorità non è mai stata la riqualificazione in sé, ma il mantenimento di determinate strategie immobiliari?

La svolta del 2025: il Cineteatro passa al Comune

Con l’elezione della giunta Cacciotto, il dialogo tra Comune, Regione e comitato di quartiere si riapre. L’assessore regionale Giovanni Spanedda e quello comunale Roberto Corbia adottano un nuovo approccio, improntato sulla partecipazione della cittadinanza. Finalmente, dopo anni di incertezze, viene presa una decisione chiara: il Comune acquisisce ufficialmente il Cineteatro e il suo cortile per la cifra simbolica di un euro.

Parallelamente, il finanziamento da 1,9 milioni di euro viene sbloccato e destinato unicamente al recupero del Cineteatro. “Questo è un passo che ci consente di ripartire con impegno per innescare processi di riqualificazione della borgata”, afferma il sindaco Cacciotto. Il progetto viene ora rimodulato sulla base di un nuovo piano di rigenerazione urbana sociale ed economica, sviluppato in collaborazione con l’Università e sotto la supervisione del professor Vanni Maciocco. L’obiettivo è creare un progetto partecipato, libero da interessi privati e realmente utile alla comunità.

La sfida della continuità amministrativa

Nonostante l’entusiasmo, resta una grande incognita: la capacità dell’amministrazione di portare a termine il progetto prima di eventuali nuovi cambi di governo locale o regionale. “Il rischio è che la discontinuità politica blocchi nuovamente tutto”, sottolinea Rondoni. “Negli anni, abbiamo visto troppe volte i progetti essere riscritti e rimodulati a seconda delle amministrazioni in carica, senza mai arrivare alla loro realizzazione”.

Un altro punto critico riguarda la scarsa volontà delle forze politiche di cedere spazio alla partecipazione dei cittadini nei processi decisionali. Nonostante le dichiarazioni pubbliche, sono ancora pochi i rappresentanti che accettano di includere il comitato di quartiere nei tavoli programmatici.

Sarà davvero la volta buona?

Dopo oltre 15 anni di attese, speranze e battaglie, Fertilia sembra finalmente vicina a vedere il suo Cineteatro riportato a nuova vita. Ma la storia insegna che la burocrazia e la politica locale possono facilmente ribaltare la situazione.

Riuscirà questa amministrazione a mantenere la promessa e trasformare il finanziamento in un cantiere concreto? Oppure Fertilia sarà condannata all’ennesima occasione sprecata?

Cosa diceva Mario Bruno nel lontano 2017...

Alghero, 28 Febb. 2025 -

Fertilia nasce nel 1936 come borgata agricola costiera nell’ambito del vasto piano di bonifica della Nurra, progettata secondo i rigidi principi dell’architettura razionalista dell’epoca. La sua struttura urbana prevedeva edifici essenziali per la vita della comunità, tra cui il Cine-Teatro, concepito non solo come sala cinematografica ma anche come spazio per rappresentazioni teatrali ed eventi pubblici. Questo luogo, destinato a diventare il fulcro culturale della borgata, avrebbe dovuto essere collegato alla vicina Casa del Fascio tramite una passerella sopraelevata, un progetto mai realizzato.

Dopo la Seconda guerra mondiale, Fertilia divenne il punto di riferimento per numerosi coloni e profughi provenienti dalle ex colonie italiane e dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia. Questo mix culturale contribuì a plasmare l’identità della borgata, trasformando il Cine-Teatro in un importante centro di aggregazione per una comunità eterogenea. Durante gli anni ’40 e ’50, la sala ospitava film, spettacoli teatrali e incontri pubblici, fungendo da collante sociale per le diverse anime della città. La sua posizione centrale, vicino alla piazza principale e al lungomare, lo rendeva un luogo facilmente accessibile e fortemente integrato nel tessuto urbano.

Col passare del tempo, tuttavia, il Cine-Teatro entrò in crisi. L’arrivo della televisione e la progressiva perdita di interesse per le piccole sale portarono alla sua chiusura alla fine degli anni ’80. Da allora, l’edificio è rimasto abbandonato, vittima di atti vandalici, incendi e degrado strutturale. La sua imponente facciata razionalista, ormai fatiscente, domina una piazza transennata per motivi di sicurezza, divenendo simbolo del lento declino di Fertilia.

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