Dehors ad Alghero: il nuovo regolamento divide politica e operatori economici
La regolamentazione dei suoli pubblici ad Alghero continua a far discutere. Mentre alcune associazioni di categoria chiedono un rinvio al 2026, Confesercenti chiarisce la sua posizione, denunciando dichiarazioni fuorvianti e ribadendo il valore del nuovo regolamento per l’equilibrio tra imprese e cittadini. Nel frattempo, il dibattito politico si infiamma, con Fratelli d'Italia che attacca l’amministrazione per le modalità con cui è stato elaborato il provvedimento e per le restrizioni introdotte.
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Il dibattito sul nuovo regolamento dei dehors ad Alghero si fa sempre più acceso. Dopo che alcune associazioni di categoria hanno chiesto il rinvio dell'approvazione del testo in consiglio comunale, Confesercenti Nord Sardegna ha voluto precisare la sua posizione con una nota ufficiale, smentendo le ricostruzioni apparse sulla stampa locale. Secondo l'associazione, l'attuale discussione è frutto di un percorso condiviso con l’amministrazione e rappresenta un passo avanti nella gestione degli spazi pubblici. Ma nel frattempo, il fronte politico si spacca, con l’opposizione che accusa il centrosinistra di aver agito unilateralmente e con eccessiva rigidità.
Le nuove regole per l'occupazione del suolo pubblico
Il nuovo regolamento prevede una serie di restrizioni e criteri per l'occupazione del suolo pubblico da parte dei pubblici esercizi. Tra i punti principali emergono:
Limitazioni percentuali nelle piazze storiche: ad esempio, in Piazza Sulis sarà possibile occupare solo il 25% della superficie lorda della piazza, mentre in Piazza Civica la quota scende al 15%. In altre piazze come Largo San Francesco, Piazza Municipio e Piazza Pasqual Scanu, il limite è fissato al 35%.
Aree completamente vietate: alcuni luoghi di alto valore storico e paesaggistico, come i Bastioni Pigafetta, Bastioni Cristoforo Colombo e Piazza Duomo, non potranno ospitare alcun dehors. Anche aree strategiche come Piazza Porta Terra, Piazza Pino Piras e Piazza San Marco rientrano tra gli spazi non concedibili.
Premialità per chi opera tutto l’anno: gli esercizi che garantiscono almeno dieci mesi di apertura potranno ottenere una maggiorazione del 20% dello spazio autorizzabile. Questo incentivo arriva fino al 40% per chi impiega stabilmente più di cinque addetti nel settore della ristorazione e più di tre nel settore dei bar.
Queste disposizioni puntano a riequilibrare il rapporto tra attività commerciali e fruizione pubblica, evitando l’eccessiva privatizzazione degli spazi urbani. Tuttavia, le critiche non sono mancate.
FDI all’attacco: “Un regolamento senza logica”
Sul fronte politico, il regolamento ha acceso il confronto tra maggioranza e opposizione. Alessandro Cocco, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha criticato aspramente il provvedimento, arrivando a definirlo "il regolamento di Schrödinger", poiché viene descritto dall’amministrazione come rivoluzionario e, allo stesso tempo, come un semplice aggiornamento marginale.
“Quindi – sottolinea Cocco – o mentono quando dicono ai loro elettori che questo regolamento modifica lo stato attuale delle concessioni, o mentono agli operatori quando cercano di tranquillizzarli.”
Secondo FDI, il vero impatto del regolamento si vedrà solo una volta che sarà stato approvato, ma i danni ricadranno inevitabilmente sugli esercenti e sull’economia locale. Cocco richiama il precedente della Giunta Bruno, quando il regolamento sui dehors venne impugnato e il Comune fu costretto a risarcire gli operatori.
Inoltre, Fratelli d’Italia attacca anche sulla questione del cosiddetto "suolo Covid", denunciando una mistificazione del dibattito:
“L’amministrazione Daga ha cercato di far passare l’idea che questo regolamento ripristini la situazione precedente ai raddoppi e alle proroghe straordinarie concesse durante la pandemia, ma i tecnici comunali stessi li hanno smentiti. Il suolo Covid esiste solo se l’amministrazione accetta esplicitamente le proroghe varate dal governo, indipendentemente dal regolamento attuale.”
Le critiche alla gestione del provvedimento
Un altro punto critico per Fratelli d’Italia è il metodo con cui è stato redatto il regolamento, che Cocco definisce “sintomatico della fretta e del fastidio che la sinistra prova nella condivisione delle scelte”.
Secondo il capogruppo di FDI, la maggioranza ha agito senza un reale confronto con le parti interessate:
“Se non fosse stato per noi, non avremmo nemmeno audito le associazioni di categoria e i comitati di quartiere in commissione.”
Inoltre, viene criticata la tempistica di entrata in vigore del regolamento, prevista tra pochi giorni, senza lasciare ai professionisti il tempo necessario per adeguarsi alle nuove disposizioni.
Per queste ragioni, Fratelli d’Italia ha presentato 40 emendamenti per riequilibrare il testo e garantire che il regolamento non penalizzi le attività economiche.
“Le attività di somministrazione – conclude Cocco – sono una risorsa per la città: creano posti di lavoro, investimenti e servizi per cittadini e turisti. Noi staremo dalla loro parte, contro questo approccio punitivo.”
Verso una soluzione condivisa?
Nonostante le polemiche, Confesercenti ribadisce la sua volontà di collaborare con l’amministrazione per far rispettare le regole e tutelare sia le imprese che i cittadini. L’associazione smentisce categoricamente di aver bocciato il regolamento e invita le altre parti coinvolte a evitare dichiarazioni discordanti che potrebbero minare il clima di confronto costruttivo.
La questione resta aperta: sarà possibile trovare una sintesi che metta d’accordo tutti gli attori coinvolti o il regolamento finirà per acuire lo scontro tra amministrazione, esercenti e opposizione?