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Crisi alla Fondazione Alghero: una riflessione critica sull'amministrazione cittadina

Antonio Costantino, ex assessore regionale, solleva questioni scottanti riguardo le dinamiche interne e le controversie che affliggono la Fondazione Alghero e l'amministrazione della città.

POLITICA E ISTITUZIONI

Fausto Farinelli

4/22/20242 min read

Antonio Costantino, figura notoria nella politica di Alghero e già direttore dell'azienda autonoma di soggiorno, interviene con una critica mordente sulla gestione attuale della Fondazione Alghero, paragonando le recenti vicende amministrative a una partita mal giocata di calcio, dove la squadra si autoinfligge danni evitabili.

"Se l'amministrazione attuale voleva causare problemi a se stessa, ha agito proprio come Dossena venerdì scorso contro la Juventus," commenta Costantino, usando una metafora calcistica per descrivere le autodistruttive dinamiche di potere all'interno del governo cittadino. Riflettendo sul suo caro amico Gianni Olandi, nota figura giornalistica conosciuta per la sua ironia tagliente, Costantino immagina che avrebbe descritto la situazione con le parole "copatza de seba", un'espressione sarda che evoca un disastro annunciato.

La decisione di rimuovere il presidente della Fondazione, a soli due mesi dalle elezioni, solleva ulteriori interrogativi sulla tempistica e sulle motivazioni dietro a tale scelta. "Non ho sempre condiviso le decisioni della Fondazione Alghero, ma mi chiedo perché ci si accorge solo ora, con gravi motivazioni, della necessità di questa azione," riflette Costantino, sottolineando come le scelte politiche sembrino più opportunistiche che pragmatiche.

Approfondendo, Costantino critica la maniera in cui la Fondazione è stata gestita fin dalla sua creazione, attribuendo la responsabilità diretta a figure di spicco nella politica locale. "Si sapeva fin dall'inizio che la Fondazione era stata creata da Tedde. Era accettata passivamente, con le spalle curve e la testa bassa," afferma, indicando una sorta di rassegnazione collettiva davanti alla volontà dei potenti.

Il caso di Di Gangi, un altro esponente rimosso "in modo ignominioso" per aver cercato di intervenire nella gestione della Fondazione, è citato come esempio di come il controllo e le manipolazioni politiche prevalgano sulla buona amministrazione.

Costantino dipinge un quadro di stanchezza e disillusione tra i cittadini di Alghero, stanchi delle continue lotte di potere che sembrano paralizzare piuttosto che promuovere il progresso della città. Invoca una nuova direzione, suggerendo che coloro al potere dovrebbero "ritirarsi e studiare", lasciando spazio a riflessioni più profonde e forse, a una gestione più sagge e rispettosa dei bisogni della comunità. Costantino sta pensando seriamente di accettare la candidatura a consigliere comunale nella lista del patto Sardo d'azione al quale è legato da tempo.