Campi ormeggio a Porto Conte: un progetto tra sviluppo e polemiche

Il progetto di realizzazione dei campi ormeggio nell'Area Marina Protetta di Capo Caccia - Isola Piana sta accendendo il dibattito pubblico ad Alghero. Tra opportunità di sviluppo e preoccupazioni per l'impatto ambientale e turistico, il tema sarà discusso nelle prossime settimane sia in sede istituzionale che politica. Quale sarà il destino di questa iniziativa?

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Fausto Farinelli

3/17/20252 min read

Il confronto in Commissione Consiliare

Giovedì 20 marzo, presso la Sala riunioni del Quarter, si terrà la riunione della V Commissione Consiliare per discutere gli sviluppi del progetto. Il presidente della Commissione, Christian Mulas, ha invitato a partecipare il Sindaco di Alghero Raimondo Cacciotto, il Presidente e il Direttore del Parco di Porto Conte, Emiliano Orrù e Mariano Mariani, oltre a rappresentanti di associazioni ambientaliste, comitati e cittadini. Il confronto si concentrerà sugli aspetti procedurali e sulle prescrizioni espresse dall'Amministrazione regionale, che ha già emesso la Valutazione di Incidenza Ambientale nel novembre scorso. Quali saranno le prospettive di questo progetto alla luce delle nuove prescrizioni?

Le perplessità degli operatori e della politica

Sabato 22 marzo, Fratelli d'Italia organizza un incontro pubblico presso la sala conferenze del Polisoccorso per discutere le criticità del piano. Il partito sottolinea la mancanza di un confronto approfondito con il territorio e teme che il progetto possa avere conseguenze negative per l'economia del mare e il settore della nautica da diporto. Tra i dubbi sollevati emergono i costi per gli utenti, le regole di utilizzo delle boe e la compatibilità tra tutela ambientale ed esigenze degli operatori. La politica saprà rispondere a queste domande?

Le richieste della Regione

La Regione Sardegna ha chiesto un'integrazione della documentazione presentata dal Parco di Porto Conte, evidenziando la necessità di un piano dettagliato per la gestione delle aree in concessione e delle infrastrutture di ormeggio. Inoltre, viene richiesta la presentazione di un piano economico-finanziario che definisca i costi di concessione e l'incremento della fruizione, per garantire un equilibrio tra protezione ambientale e sviluppo turistico. Tra le prescrizioni indicate, vi è anche l'obbligo di garantire per ogni boa almeno due ormeggi liberi, in modo da aumentare la disponibilità di posti per le imbarcazioni e favorire una distribuzione equa degli accessi. Come influiranno queste richieste sui tempi di realizzazione del progetto?

L’impatto ambientale e la questione della posidonia

Uno degli aspetti più delicati riguarda la salvaguardia delle praterie di posidonia, fondamentali per l'ecosistema marino. Secondo le valutazioni dell’ISPRA, la presenza eccessiva di imbarcazioni nell'area protetta ha già compromesso la salute della vegetazione sottomarina. Con la realizzazione del campo boe, si prevede la riduzione dei posti di ancoraggio a un massimo di 216 unità, con il divieto di ancoraggio libero in tutta l’area marina protetta. Questa misura sarà sufficiente a garantire un equilibrio tra la tutela dell’ambiente e le necessità dei diportisti?

Le critiche di Michele Pais (Lega)

Sul tema è intervenuto anche Michele Pais della Lega, che ha definito il progetto "una eco-follia che non ha giustificazione alcuna". Secondo Pais, l'installazione di un campo boe che consentirebbe l’ormeggio di sole 150 imbarcazioni in tutto il golfo di Alghero decreterebbe la fine del settore nautico locale e l’esproprio ingiustificato di un’area da sempre vissuta dai cittadini algheresi. Il consigliere regionale denuncia il rischio che l’iniziativa favorisca solo una piccola élite, mettendo in ginocchio centinaia di famiglie che lavorano nel settore, comprese le società di noleggio, e costringendo oltre 3000 proprietari di imbarcazioni a liberarsene. "Sindaco e Parco fermino questa follia contro gli algheresi, che da sempre vivono in armonia ambientale il nostro bellissimo golfo, tutelandolo e proteggendolo senza bisogno di queste sciocchezze!" ha dichiarato Pais.

Il dibattito resta aperto e la cittadinanza è chiamata a partecipare attivamente per influenzare le scelte future. Quale sarà il destino di questo progetto? Il compromesso tra sviluppo e tutela ambientale è possibile?