Bilancio 2025: la Sardegna guarda avanti, ma ad Alghero infuria lo scontro politico

Approvata la Legge di Stabilità regionale, che punta su sanità, infrastrutture e inclusione. Ma nel nord-ovest dell’Isola si accende la polemica: Alghero esclusa dai fondi speciali?

POLITICA E ISTITUZIONI

redazione

4/20/20252 min read

La Sardegna ha varato la sua prima Legge di Stabilità completa dell’attuale Legislatura. Una manovra da circa 10 miliardi di euro che, nonostante i vincoli imposti dal governo centrale, punta con determinazione su sanità, enti locali, cultura e digitalizzazione. Ma mentre a Cagliari si lavora per una nuova fase di crescita, ad Alghero si apre un fronte di tensione politica. Il motivo? La distribuzione delle risorse e la percezione di un’esclusione della città catalana dai principali benefici della legge finanziaria.

Durante il dibattito in Consiglio regionale, la presidente Alessandra Todde e il vicepresidente Giuseppe Meloni hanno illustrato i punti chiave del bilancio: investimenti mirati, rigore nella gestione, attenzione ai servizi essenziali. La sanità, da sola, assorbe oltre la metà delle risorse disponibili. Sono previsti fondi per la continuità territoriale, il potenziamento del Reddito di inclusione sociale, la rigenerazione urbana e l’assistenza sanitaria nei territori più periferici. Una visione, dicono dalla Giunta, costruita per dare risposte concrete e misurabili. Ma questa visione sta davvero raggiungendo tutti i territori dell’Isola?

La domanda sorge spontanea ad Alghero, dove il capogruppo comunale di Forza Italia Marco Tedde ha sollevato un caso politico. Secondo l’ex sindaco, la città sarebbe stata dimenticata dalla Legge di Stabilità, a differenza di realtà come Nuoro, Carloforte o Cagliari, che – sostiene – hanno ricevuto fondi specifici grazie alla presenza di consiglieri regionali attivi e legati al territorio. Per Tedde, il confronto con il passato è inevitabile: “Quando Alghero era rappresentata con forza in Regione, i risultati si vedevano. Oggi, invece, si parla di mozioni ideologiche mentre mancano risultati tangibili per la città”. È davvero così marginale oggi il peso politico di Alghero?

Non si è fatta attendere la replica dai banchi dell’AVS, con i consiglieri comunali Giampietro Occhioni e Anna Arca Sedda che, in una nota dai toni graffianti, hanno accusato Tedde di vivere nel passato. “Sempre a raccontare di quando c’era lui”, scrivono, paragonandolo a un nostalgico marchese del Grillo frustrato dai cambiamenti politici. I due esponenti della maggioranza cittadina rivendicano l’energia di una nuova classe dirigente che guarda al futuro, costruisce e collabora, senza vivere di ricordi. Ma davvero l’entusiasmo dei giovani amministratori basta a colmare la distanza dai palazzi regionali?

Nel frattempo, dalla Giunta Todde arrivano rassicurazioni: il bilancio appena approvato – spiegano – ha già sbloccato 800 milioni di euro destinati ai Comuni e si appresta a investire in modo mirato nei territori. Si parla di 80 milioni per strade, edifici pubblici e rigenerazione urbana, oltre a un incremento del Fondo unico per gli enti locali. Alghero potrà trarne beneficio? Oppure resterà ai margini dei flussi decisionali?

L’approvazione della manovra rappresenta un passo importante per la Sardegna, ma il caso algherese solleva un interrogativo più ampio: come garantire che ogni territorio abbia voce e peso nelle scelte regionali? E voi, cittadini di Alghero, sentite di essere rappresentati in modo efficace in questo nuovo corso della politica sarda?