Alghero, progetto dei campi ormeggio: un deciso ridimensionamento per tutelare l’ambiente

Dimezzato il numero delle boe nell’Area Marina Protetta. Le istituzioni locali sottolineano la necessità di bilanciare turismo e salvaguardia degli habitat.

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redazione

11/19/20242 min read

Alghero, 19 novembre 2024 – Un passo indietro per proteggere l’ambiente. Il progetto per la realizzazione di campi ormeggio nell’Area Marina Protetta (AMP) Capo Caccia-Isola Piana, finanziato con i fondi del PNRR, è stato drasticamente rivisto. La Valutazione di Incidenza Ambientale (Vinca), rilasciata dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Sardegna, ha imposto una riduzione del numero delle boe da 125 a 63.

Tra le modifiche più rilevanti, l’eliminazione degli ormeggi a meno di 100 metri dalle falesie e la cancellazione di sei postazioni per navi da diporto nella Baia di Porto Conte. Inoltre, nella Baia delle Ninfe, una delle zone più sensibili dell’AMP, rimarranno solo cinque boe. Complessivamente, le boe presenti nell’area protetta passano da 80 a 18, in linea con una serie di prescrizioni ambientali stringenti.

Un progetto a impatto ridotto
L’obiettivo iniziale del progetto era la protezione delle praterie di Posidonia oceanica, habitat prioritario e simbolo della biodiversità marina. Tuttavia, lo studio di impatto ha sollevato dubbi sugli effetti potenziali, come l’alterazione del posidonieto e la pressione generata dalla concentrazione di imbarcazioni in alcune aree.

Per questo, il piano rivisto include misure di mitigazione: l’adozione di ancore a vite a basso impatto, il monitoraggio dello stato delle praterie prima e dopo l’installazione delle boe, e la rimozione delle strutture al termine della stagione estiva. Anche la distanza minima di 100 metri dalle falesie è stata introdotta per ridurre al minimo i rischi per gli ecosistemi sensibili.

La posizione delle istituzioni
Il Sindaco di Alghero, Raimondo Cacciotto, e il Presidente del Parco Regionale di Porto Conte, Emiliano Orrù, hanno espresso soddisfazione per l’esito della revisione. “Ogni progetto deve essere compatibile con l’ambiente che lo ospita e con le esigenze sociali del territorio,” hanno affermato. Entrambi hanno ribadito l’impegno della nuova amministrazione nel promuovere percorsi di partecipazione con la comunità, ponendo la sostenibilità al centro di ogni intervento.

Anche il Partito Democratico ha apprezzato la determinazione dimostrata nella gestione della questione. “Il ridimensionamento del progetto è una chiara dimostrazione di come una gestione partecipata possa portare a risultati significativi per la tutela del paesaggio,” si legge in una nota del partito.

Un equilibrio tra turismo e tutela
Il ridimensionamento si inserisce in una strategia più ampia che mira a regolare il turismo nautico senza compromettere gli habitat marini. Nell’area, infatti, sono in corso altri interventi come l’installazione di 60 boe nell’ambito del progetto PAF, finanziato con fondi regionali, che adotta criteri di ancoraggio eco-compatibili.

“Questa decisione segna un cambio di passo nella gestione dell’AMP Capo Caccia-Isola Piana,” ha sottolineato il Presidente del Parco. L’obiettivo è ridurre l’impatto delle attività turistiche e garantire la sostenibilità a lungo termine di un ecosistema unico, valorizzando nel contempo le potenzialità turistiche del territorio.

Guardando al futuro
La revisione del progetto rappresenta un esempio di come conciliare le esigenze del turismo nautico con la protezione dell’ambiente. La sfida, però, non finisce qui: il monitoraggio costante e l’applicazione rigorosa delle prescrizioni ambientali saranno fondamentali per evitare impatti negativi.

In un contesto di crescente pressione turistica, la Sardegna si pone così come modello di gestione sostenibile, dimostrando che è possibile trovare un equilibrio tra sviluppo e salvaguardia ambientale.