Alghero, la politica tra scontri e rivendicazioni: chi sono i buoni e chi i cattivi?
Daga contro Conoci e Tedde: lo scontro sulle opere pubbliche infiamma il dibattito
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Alghero, 3 Febbraio 2025 -Ancora una volta, la politica algherese si trasforma in una vera e propria “corrida”, con i soliti protagonisti che si fronteggiano senza esclusione di colpi. Da un lato, gli ex sindaci Mario Conoci e Marco Tedde, oggi all’opposizione, dall’altro l’assessore alle infrastrutture sportive Enrico Daga, che difende il lavoro dell’attuale amministrazione guidata da Raimondo Cacciotto. Il terreno di scontro? La gestione delle opere pubbliche, dalla piscina comunale al Palacongressi, passando per i progetti ereditati e ancora incompleti.
Piscina comunale e opere incompiute: il nodo della discordia
Uno dei temi più dibattuti è la piscina comunale, per la cui riqualificazione servirebbero circa 4 milioni di euro. Secondo Conoci, l’attuale amministrazione non garantisce la continuità amministrativa necessaria a portare avanti i progetti avviati in passato. Ma la replica di Daga non si fa attendere: “Noi non ci laviamo le mani, al massimo la testa. Preferiamo confrontarci con la città e il consiglio comunale, invece di decidere in solitudine come in passato”.
Le accuse dell’opposizione riguardano anche altre opere pubbliche, come l’ex-Cotonificio, lo stadio Mariotti e la Circonvallazione, che, secondo Forza Italia, la giunta Cacciotto starebbe cercando di “intestarsi” senza riconoscere il lavoro svolto in precedenza. Ma Daga ribatte che molte di queste opere non sono state completate per cause oggettive, come il fallimento di imprese o le difficoltà legate al Covid.
Uno scontro senza fine: la politica tra propaganda e polarizzazione
Ma al di là del merito delle questioni, viene da chiedersi: perché ogni confronto politico ad Alghero si trasforma in un’arena in cui gli uni si scagliano contro gli altri? Questo meccanismo non è certo una novità, anzi, è un tratto distintivo della politica non solo locale, ma anche nazionale e internazionale. Da sempre, il confronto tra fazioni si basa su una netta distinzione tra “buoni” e “cattivi”, un meccanismo vecchio quanto la democrazia stessa.
Già nell’antica Roma, i conflitti tra patrizi e plebei non erano solo una questione di interessi, ma servivano a consolidare le identità delle fazioni. Nella storia più recente, lo stesso fenomeno si è riproposto con il dualismo tra guelfi e ghibellini nel Medioevo o tra destra e sinistra nell’epoca moderna. La politica, spesso, non è altro che un teatro in cui le parti recitano un copione scritto da secoli: chi è al potere cerca di difendere il proprio operato, mentre chi è all’opposizione lo attacca, nella speranza di ottenere consenso.
Ma chi decide chi sono i buoni e chi i cattivi? La risposta è semplice: dipende da chi racconta la storia. Per alcuni, l’amministrazione attuale rappresenta il cambiamento necessario dopo anni di governo di centrodestra; per altri, invece, è un gruppo che si appropria del lavoro altrui senza ammetterlo. La verità, come spesso accade, sta probabilmente nel mezzo.
Un auspicio destinato a cadere nel vuoto
Alla fine, la domanda che resta è: tutto questo giova davvero alla città? Mentre i politici si scontrano, i cittadini attendono risposte concrete. Eppure, la sensazione è che la polemica sia diventata uno sport nazionale, anzi, un vero e proprio mestiere politicamente riconosciuto. L’auspicio di un confronto basato su proposte e non solo su accuse reciproche sembra destinato, ancora una volta, a cadere nel vuoto. Ma forse, più che una speranza, sarebbe meglio rassegnarsi alla realtà: la politica, ad Alghero come altrove, difficilmente cambierà il suo copione.