Alghero, la natura torna pubblica: ma sull'acquisto dei terreni esplode lo scontro politico

Il Comune investe 450mila euro per acquisire 197 ettari di macchia mediterranea tra Punta Giglio e Capo Caccia. Un’operazione storica secondo la maggioranza, un’azione opaca secondo l’opposizione. E il dibattito diventa sempre più acceso.

RASSEGNA STAMPA

redazione

3/30/20252 min read

Un tratto di costa tra i più suggestivi di Alghero, con foreste, sentieri e panorami a picco sul mare, entra ufficialmente a far parte del patrimonio pubblico. È questo l’effetto dell’acquisto, da parte del Comune, di 197 ettari di terreno tra Punta Giglio e Capo Caccia, finora di proprietà della società Borgosesia S.p.A. L’iniziativa, definita “una svolta epocale” dal gruppo Orizzonte Comune, viene salutata come un gesto concreto a tutela del paesaggio e delle generazioni future. Un investimento da 450mila euro, considerato da molti un’occasione irripetibile. Ma è davvero tutto oro quel che luccica?

“Una svolta epocale: il Comune restituisce alla collettività un patrimonio ambientale senza prezzo”
– Gruppo Orizzonte Comune

A mettere in dubbio la bontà dell’operazione ci pensa il capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandro Cocco, che ha depositato un’interrogazione consiliare molto dettagliata. Secondo Cocco, il prezzo pagato dal Comune sarebbe superiore al reale valore dei terreni. Una perizia del Tribunale di Sassari, datata 2022, stimava infatti i mappali in comproprietà con la Regione a 320mila euro, e applicando criteri agricoli EXEO del 2021 il valore potrebbe scendere fino a 154mila. E proprio questi parametri – afferma Cocco – sono stati estesi anche ai terreni di piena proprietà della Borgosesia, “perfettamente assimilabili per caratteristiche e destinazione d’uso”. Secondo te, è corretto giudicare il valore di un bene solo su base catastale?

“La stima reale non supera i 320.338 euro. I nostri conti sono puntuali e documentati”
– Alessandro Cocco, Fratelli d’Italia

A difendere l'operato dell'amministrazione è intervenuto Luca Madau (Partito Democratico), che precisa come la perizia del Tribunale riguardi solo una parte dell’area acquisita. L’intera operazione, invece, include mappali di esclusiva proprietà privata non considerati nel documento citato. “Applicando lo stesso criterio di stima – spiega Madau – il valore complessivo si aggira attorno ai 420mila euro. I fondi aggiuntivi stanziati nel bilancio servono per coprire costi accessori e garantire una cessione trasparente e regolare”. Alla luce di queste spiegazioni, pensi che l’operazione sia stata realmente vantaggiosa per la collettività?

“Le cifre sono coerenti. Le spese aggiuntive coprono oneri tecnici e burocratici”
– Luca Madau, PD

Ma la polemica non si placa. Cocco incalza, accusando l’assessore Enrico Daga – regista della delibera comunale – di “evitare il confronto pubblico”. “Scappa dai documenti, scappa dai numeri – attacca – e intanto si congelano 250mila euro di spesa corrente che potevano essere destinati ad altre priorità, come la palestra geodetica”. L’opposizione parla di arroganza amministrativa e di una “minoranza che non viene ascoltata”. Ma è solo uno scontro di cifre o c’è anche una diversa visione della città in gioco?

“Altro che trasparenza: qui si parla di arroganza amministrativa e di priorità dimenticate”
– Alessandro Cocco, Fratelli d’Italia

Enrico Daga ha risposto con un post pubblico dai toni netti: “Ad Alghero – scrive – esiste una forma di contestazione che non propone, non ascolta, non costruisce. Una minoranza rumorosa che trasforma ogni passo avanti in una crociata ideologica”. Secondo l’assessore, il dibattito politico locale sta degenerando in una serie di attacchi pretestuosi, privi di argomentazioni concrete. “Noi andiamo avanti – conclude – con progetti seri e visione chiara. Ma non accetteremo che il futuro di Alghero venga ostacolato da chi dice no a tutto per principio”. Sei d’accordo con questa visione o credi che la critica, anche aspra, resti un elemento fondamentale della democrazia?

“Noi andiamo avanti con responsabilità. Ma non accetteremo che il futuro di Alghero venga bloccato da chi dice no a tutto per principio”
– Enrico Daga, Assessore al Demanio

Tra accuse, perizie e dichiarazioni incrociate, il caso Punta Giglio – Capo Caccia è ormai diventato un banco di prova della politica cittadina. Ma al di là delle polemiche, resta una domanda di fondo: chi ha davvero a cuore il bene comune di Alghero?