Alghero dice no al campo boe: cittadini, politici e operatori uniti nella protesta

Montano le proteste ad Alghero contro il progetto dei campi boe nell’Area Marina Protetta di Capo Caccia – Isola Piana. Flash mob, mozioni consiliari e proposte alternative si susseguono in un fronte sempre più ampio che chiede la rimodulazione del piano del Parco di Porto Conte.

RASSEGNA STAMPA

redazione

3/30/20252 min read

La protesta parte dal mare, nonostante la pioggia

Non è bastato il maltempo a fermare la determinazione di cittadini e operatori del mare. Il flash mob organizzato alla banchina dogana del porto di Alghero ha visto la partecipazione di numerosi diportisti, lavoratori del settore nautico e residenti che hanno manifestato il loro dissenso contro il campo boe previsto nella rada. Cartelli di protesta sono apparsi ovunque: sui pontili, sulle barche, nelle mani dei manifestanti. La voce è unanime: “No alla privatizzazione del mare pubblico”. Un gesto simbolico ma potente, che segna l’inizio di una mobilitazione destinata a crescere. Tu da che parte stai?

"Andremo sino in fondo tutti uniti."
Michele Pais, Consigliere comunale

Una battaglia bipartisan che arriva in Consiglio

Il messaggio è arrivato forte anche tra i banchi del Consiglio Comunale, dove è stata approvata all’unanimità una risoluzione per chiedere al Parco di Porto Conte la rimodulazione del progetto. Tutti i 19 consiglieri presenti, senza distinzione politica, hanno espresso la volontà di trovare un equilibrio tra tutela ambientale e sostenibilità economica. L’obiettivo? Evitare uno strappo tra istituzioni e cittadinanza.

"Abbiamo il dovere di porre in atto quanto è nelle nostre possibilità per giungere ad un equilibrato soddisfacimento delle aspettative di tutela degli habitat della posidonia, di quelle del settore della nautica, degli operatori economici."
Raimondo Cacciotto, Sindaco di Alghero

È possibile conciliare le esigenze di conservazione con quelle del lavoro e del turismo?

Il centrodestra: “Serve una proposta condivisa, il tempo delle imposizioni è finito”

Tra i più critici verso il progetto nella sua forma attuale c’è anche Fratelli d’Italia. Il coordinatore cittadino Pino Cardi sottolinea come l’intero piano sia stato bocciato da entrambi gli schieramenti politici. Le proposte alternative non mancano: limitare le boe solo alle aree più delicate, come le praterie di Posidonia; lasciare liberi altri fondali per l’ancoraggio; aprire un dialogo con la Regione per trovare soluzioni anche per le imbarcazioni oltre i 40 metri.

"L'economia del mare è un pilastro per Alghero. Non si può sacrificare tutto sull'altare dell'ideologia o del fondamentalismo ambientalista."
Pino Cardi, Coordinatore Fratelli d’Italia Alghero

Cardi lancia un monito chiaro: non si può ignorare chi ogni giorno vive e lavora grazie al mare. Tu cosa ne pensi, protezione ambientale e sviluppo possono andare di pari passo?

Verso un nuovo percorso partecipato

Il Consiglio Comunale, su proposta del presidente della V Commissione Christian Mulas, ha deciso di avviare un confronto permanente tra Comune, Parco e tutti gli enti coinvolti. L’intento è definire un nuovo percorso, partecipato e condiviso, per rivedere le future progettualità sull’Area Marina Protetta. La proposta originaria, finanziata dal PNRR, prevedeva 125 boe, ridotte poi a 63 dopo le osservazioni ambientali della Regione. Ma il malcontento resta.

"Il progetto avviato dall’Azienda Speciale Parco di Porto Conte, pur perseguendo finalità ambientali condivisibili, presenta ad oggi numerosi profili di criticità."
Christian Mulas, Presidente della V Commissione

Secondo il vicesindaco Marinaro, “solo un dialogo aperto potrà garantire un progetto che rispetti ambiente, economia e comunità”. Non credi anche tu che ascoltare chi vive ogni giorno il mare sia la strada giusta?

Il fronte del no si allarga: firme e referendum in arrivo

La battaglia, però, non si ferma alla protesta o ai tavoli istituzionali. Michele Pais, consigliere comunale e promotore del flash mob, annuncia una raccolta firme e la richiesta di un referendum civico. Lo scopo? Far sentire ancora più forte la voce di chi si oppone a una trasformazione del mare in “zona a pagamento” che rischia di penalizzare turismo, pesca e occupazione. Sei pronto a dire la tua in questa sfida che riguarda il futuro del nostro mare?